DISPENSA
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Ci vuole una bella dose di coraggio, e un pizzico di incoscienza, in un’epoca di food blog imperanti, nel creare dal nulla un nuovo prodotto editoriale cartaceo dedicato al cibo, al buon cibo e alle sue storie. L’azzardo, se di tale si tratta, lo ha compiuto Martina Liverani, scrittrice e a sua volta food blogger, creando, con un compatto gruppo di compagni d’avventura, il magazine Dispensa: “Generi Alimentari & Generi Umani”, recita la testata, raccontati con calma, con tutto il tempo e lo spazio che serve, in un modo diverso.
Con queste precise parole, il 24 ottobre 2013, Antonio Scuteri pubblicava su La Repubblica la notizia dell’uscita di Dispensa. Era il numero zero, e lo avevamo chiamato così per scaramanzia, non sapendo se poi sarebbe uscito anche un effettivo numero uno. Quel numero zero andò esaurito quasi subito e capimmo di aver davvero creato qualcosa di “diverso”:
Senza farci prendere troppo dalla nostalgia, ma con la voglia di continuare con ancora più coraggio e ancora più incoscienza, abbiamo dedicato il numero tredici di Dispensa alle più belle storie di questi anni. Dando precedenza proprio a quelle degli inizi e che ancora oggi risultano attuali e intriganti. Si può scrivere di cibo senza scrivere di cibo? O meglio, si può usare il cibo come un linguaggio per raccontare storie di umanità o di territori? Scrivere di un cibo immaginato e girare il mondo avendo gli ingredienti come bussola? Si può usare un sapore per descrivere un’idea?
Ognuno di voi si darà la propria risposta, la nostra è nelle storie che state per leggere.